Bluesea School organizza corsi di Cucina Tipica Salentina con l'obiettivo di una più completa integrazione degli studenti nel tessuto sociale. Questa iniziativa nasce dalla costante crescita di domanda da parte di tutti gli studenti che apprezzano molto i Sapori del Salento e che, in generale, sono innamorati della cucina Italiana. I Corsi di Cucina hanno le stesse date di inizio dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana con la sola differenza che si tengono durante le ore pomeridiane. Sono gestiti da personale esperto e si possono svolgere o nei locali, appositamente arredati, di Bluesea School o in altre strutture di Veglie (ristoranti, pub, pizzerie, ecc.). Al termine del corso, agli studenti viene rilasciato un attestato di frequenza in pergamena. Per l'iscrizione compilare l'application form in tutti i suoi campi. Il programma del corso si divide in moduli che prevedono oltre alle ore di pratica in cucina, anche la storia di alcuni piatti importanti per la cultura salentina. Gli studenti possono scegliere di avvalersi della professionalità di differenti tipologie di docenti: massaie, titolari di impresa di ristoro, chef di riconosciuta esperienza. E' a carico dei corsisti il costo degli ingredienti. I corsi che si svolgono all'interno di ristoranti possono subire aumenti di prezzi per la consulenza specializzata degli chef messi a disposizione.

Alcuni cenni sulla storia della pasta.

Quanto tempo fa la pasta è entrata nella vita dell'uomo mediterraneo? E' soprattutto quale popolo o chi ha inventato la pasta? Non è facile rispondere a simili interrogativi perché è probabile che, come il pane, la pasta fu un cibo spontaneo, legato alla scoperta e all'uso dei cereali, la cui coltivazione e diffusione avvenne quasi contemporaneamente fra tutti i popoli. Di raccolto in raccolto l'uomo imparò a lavorare sempre meglio il grano macinandolo, impastandolo con acqua e cuocendolo su pietre roventi. Più tardi si giunse alla sfoglia e finalmente alla pasta. Fu in quel momento che ebbe inizio la storia della pasta, ma non è possibile poter attribuire a qualcuno la paternità di avere mescolato per la prima volta il grano polverizzato ed acqua in modo da ottenere un impasto per uso alimentare; è senz'altro possibile che i popoli antichi abbiano scoperto, ciascuno a modo suo, come utilizzare questo cereale, spinti da esigenze ed abitudini diverse. La prima indicazione storica di qualcosa di simile alla pasta risale alla civiltà greca: la parola laganon era usata nel mondo greco per indicare una sfoglia larga e piatta di pasta tagliata a strisce. Aristofane, un commediografo greco della fine del V secolo a.C., in un passo di carattere gastronomico di una sua commedia, accenna ad una pasta di frumento che ricorda gli attuali ravioli. Anche i Romani conoscevano ed apprezzavano la pasta: essi parlavano di laganae, un termine ancora usato nel Mezzogiorno d'Italia per descrivere la pasta a nastro altrove conosciuta come lasagna o tagliatella. E' probabile, invece, che la pasta secca sia di origine araba, infatti ancora oggi nei paesi arabi si parla di makkaroni. Impastare la farina di grano con l'acqua ed essiccarla dovette essere la soluzione ideale per conservare a lungo questo alimento, altrimenti deperibile durante i lunghi viaggi nel deserto. Nacquero così dei cilindretti di pasta forati nel mezzo per permetterne una rapida essiccazione. Un testo arabo del IX secolo parla infatti del ris-tha, un piatto di maccheroni essiccati conditi soprattutto con lenticchie, comunissimo tra le tribù beduine e ancora oggi noto in Siria e in Libano. Dalle carovane alle navi, la pasta così trattata si diffuse per i porti del mediterraneo e giunse in Sicilia, tanto che Palermo è storicamente la prima vera capitale della pasta: nel XII secolo si trova traccia dell'esistenza di un'industria di pasta secca detta, itrija, localizzata nelle vicinanze della città siciliana. Intorno all'anno Mille, nel libro De arte coquinaria di Martino Corno, cuoco del patriarca di Aquilea, si trova la prima ricetta di pasta per vermicelli e maccheroni siciliani. Dalla metà del XIII secolo la pasta secca cominciò ad essere prodotta anche in Liguria e nel 1574 a Genova nacque la prima corporazione dei Pastai.La pasta però non entrò subito nelle mense principesche d'Italia, anche perché essa veniva ancora mangiata con le mani. All'inizio del XVIII secolo a Napoli, Gennaro Spadaccini, un industrioso di corte, ebbe la geniale idea di utilizzare una forchetta con quattro punte corte. Diventata successivamente d'uso comune, fu così che la pasta fece il suo trionfale ingresso nelle corti di tutta Italia e negli ambienti aristocratici da dove poi incominciò a girare il mondo. Fino al XVIII secolo la pasta veniva preparata impastando la semola con i piedi mentre il pastaio stava seduto su un lungo sostegno, finchè, Ferdinando II, re delle due Sicilie, non contento di questo sistema di pastificazione, incaricò lo scienziato Cesare Spadaccini di inventare un processo meccanico per migliorarne il procedimento. Il nuovo sistema consisteva nell'aggiungere acqua bollente alla farina fresca macinata e al lavoro di impastatura con i piedi subentrò una macchina fatta di bronzo che imitava perfettamente il lavoro svolto dall'uomo. In questo modo si passò dalla produzione artigianale alla produzione industriale della pasta. Nel frattempo negli anni trenta del XIX secolo la pasta incontrò il pomodoro che, sconosciuto in Europa prima della scoperta dell'America, arrivò in Italia dal Perù nel 1554, e aveva cominciato ad essere coltivato su larga scala solo nel XVII secolo. Il felice connubio della pasta con il pomodoro causò una vera e propria rivoluzione gastronomica, facendo rapidamente dimenticare le combinazioni agro-dolce e dolce-salato che dall'antichità romana fino a quel momento avevano regnato sovrane in cucina. Il processo di meccanizzazione iniziato da Ferdinando II fu graduale, ma progressivo: i primi torchi idraulici comparvero intorno al 1870 mentre, sullo scadere del secolo, il processo di fabbricazione della pasta era più o meno meccanizzato, con macchine mosse dal vapore e dall'energia idraulica. La prima macchina in grado di eseguire tutte le parti del processo produttivo fu brevettata nel 1933. Sebbene il processo di fabbricazione sia enormemente mutato attraverso gli anni, il prodotto è rimasto sempre la stessa semplice miscela di semola di grano duro e acqua.

Le nostre ricette

Nel tempo che noi abbiamo dedicato alla pasta, abbiamo cercato di capire la diversità degli impasti delle paste di sola semola di grano duro e acqua (quella delle orecchiette e delle lagane dritte o ritorte), quello delle paste all'uovo (le tagliatelle) e quello infine degli gnocchi che noi abbiamo confezionato con un impasto classico di farine, uova e patate lesse. Abbiamo poi condito le tagliatelle con il classico ragù alla bolognese ( per la nostra ricetta abbiamo utilizzato solo carne di manzo per renderlo più leggero), gli gnocchi con la "pummarola" (sugo semplice di pomodoro e basilico) ed infine le orecchiette con i broccoli (che si possono sostituire con cime di rape oppure cavoli),nella ricetta più classica e conosciuta della tradizione culinaria pugliese.

Tagliatelle al ragù per quattro persone

Ingredienti per la pasta: 1kg di farina di grano tipo 0 8 uova 1 cucchiaio di olio di oliva

Esecuzione

Disponete sulla spianatoia la farina, fate al centro un buco e versate le uova e l'olio. Lavorate l'impasto molto bene,se dovesse risultare troppo duro aggiungete un poco di acqua tiepida e continuate a lavorare l'impasto fino a che non risulterà liscio ed omogeneo. Se avete a disposizione una impastatrice elettrica ,usatela, il lavoro sarà più veloce e facile per voi. Il passo successivo sarà quello di stendere la sfoglia, potete usare il matterello oppure una macchina come abbiamo fatto insieme. Noi abbiamo utilizzato la macchina con lo spessore prima sul numero 1 per dare elasticità all'impasto e poi sul numero 4 per dargli lo spessore giusto. Quindi, passerete a tagliare la pasta in tagliatelle utilizzando il coltello oppure le altre parti della macchina.Infarinate un poco le vostre tagliatelle e lasciatele asciugare. .avete notato quante funzioni ha la nostra macchina per preparare la sfoglia? Usatele,potete preparare lasagne,sfoglie per le paste ripiene ed ottimi spaghetti alla chitarra (gli spaghetti alla chitarra, a differenza di quelli secchi che voi conoscete, hanno una sezione quadrata ed un impasto fatto con uova e...sono buonissimi!

Ingredienti per il ragù

½ kg di carne di manzo tritata 1 cipolla 1 costa di sedano 1 carota 1 foglia di alloro ½ bicchiere di vino rosso 3 cucchiai di olio di oliva extravergine
2 kg di pomodori freschi e maturi oppure della passata di pomodoro pronta Sale, pepe a piacere

Esecuzione

Ponete sul fuoco una pentola con olio , tutte le vostre verdure tritate e la foglia di alloro. Lasciate appassire il soffritto senza bruciarlo, quando il soffritto avrà perduto l'acqua, aggiungete la carne e lasciate cuocere fino a che anche la carne avrà perduto la sua acqua. A questo punto unire il vino e lasciarlo evaporare in fretta alzando la fiamma del fuoco. Quando il vino sarà completamente evaporato aggiungete il pomodoro (se usate quello fresco ricordate di cuocerlo prima da solo e passarlo al passaverdura per ridurlo in salsa). Salate,aggiungete il pepe se vi piace. Lasciate cuocere per un'ora a fuoco lento. .se vi piace potete cuocere il ragù per un tempo più lungo, ma ricordate che una maggiore cottura rende i cibi più pesanti.


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